
note filastrocche popolari, cantata da intere generazioni di bambini, che cela una storia molto affascinante.
Citata per la prima volta in Francia, nel XV secolo, da un certo Thoinot Arbeau come “Branle des lavandères”, questa canzone indicava un antico ballo rinascimentale di corte. Una danza veloce, molto
gioiosa, di solito ballata all’aperto e in gruppo da ballerini disposti in cerchio che imitavano con i gesti delle mani il movimento del lavare i panni. Successivamente si diffonde in modo capillare in tutta la penisola italiana assumendo titoli anche diversi tra loro come, ad esempio, “ballo della lavandera” o “ballo del fazzoletto”. In questi casi, soprattutto nelle versioni che fanno capo all’Emilia Romagna, l’aspetto predominante è quello del corteggiamento in quanto il dialogo cantato e mimato avveniva tra un uomo ed
una lavandaia.
Con il passare degli anni entrerà a far parte della storia e del repertorio musicale per i più piccoli, un classico da cantare e con cui divertirsi in cerchio, mimando i gesti della piccola lavandaia.
“La bella lavanderina
che lava i fazzoletti
per i poveretti della città.
Fai un salto, fanne un altro,
fai la riverenza,
fai la giravolta, falla un’altra volta,
garda in sù, guarda in giù.
Dai un bacio a chi vuoi tu”
foto: www.filastrocche.it