
Uno di questi è sicuramente il tovagliolo, quel quadretto di stoffa, di 30 massimo 50 centimetri di lato, a disposizione su tutte le nostre tavole. In realtà fino alla fine del Medioevo si pulivano mani e bocca con la tovaglia o con il cosiddetto “pane da bocca”, cioè una semplice fetta di pane. Fu Leonardo Da Vinci, il grande genio fiorentino, a combattere per primo questa rozza abitudine, infastidito dai gesti barbari diffusi durante i banchetti alla corte di Ludovico Sforza, detto il Moro.
Spinto dal grande amore per l’ordine, così
come possiamo ben ammirare nella sua “Ultima Cena”, famosa opera custodita nel Convento di S. Maria delle Grazie a Milano, ebbe l’intuizione di creare “una tovaglia in miniatura” per ciascun ospite, il tovagliolo
appunto.
Oggi questo piccolo elemento non solo è fondamentale ma, grazie ai dettagli e al fascino decorativo, ha acquisito addirittura il potere di influenzare l’opinione nei confronti di un ristorante. Ovviamente un buon ristorante deve offrire delle ottime pietanze ma, come si dice, anche l’occhio vuole la sua parte. Ed è per questo motivo che tovaglie e tovaglioli devono essere scelti con grande cura. La biancheria in fondo è parte dell’ “attrezzatura”, così come tavoli, sedie e posate ed è un elemento importante per definire lo stile di una sala.
Uno degli oggetti, spesso sottovalutato, che però veicola per primo l’immagine aziendale è senza dubbio il tovagliolo. Contrariamente a quanto succede in molti ristoranti, il tovagliolo elegante e ricercato dovrebbe essere il più semplice possibile, dai colori neutri e, se possibile, di cotone al 100 %. In fondo il tovagliolo deve essere pratico e quindi meglio evitare fogge elaborate e piegature complesse.
Nei ristoranti di lusso, una piccola attenzione per fidelizzare il cliente è quella di proporre tovaglioli con le iniziali … un dettaglio che probabilmente anche Leonardo Da Vinci avrebbe apprezzato.